Sindrome da Allergia Sistemica al Nichel (SNAS)
Pubblicato da Dott.ssa Francesca Zoccai il
La “Sindrome da Allergia Sistemica al Nichel” — SNAS — è una condizione complessa, spesso sottovalutata e fonte di grande confusione. Molti pazienti con dermatite da contatto al nichel non capiscono perché, anche evitando bigiotteria e cosmetici, continuino a sviluppare pomfi, prurito, gonfiore, sintomi gastrointestinali o peggioramento cutaneo dopo determinati cibi.
La verità è che nei soggetti sensibilizzati, il nichel può provocare una risposta immunitaria sistemica, dopo ingestione, contatto o inalazione.
SNAS non è “tutto nella testa”: è documentata dalla letteratura scientifica (studi clinici, trial controllati e linee guida allergologiche europee).
In questo articolo trovi una panoramica chiara ma rigorosa, basata su evidenze.
Che cos’è esattamente la SNAS?
La Sindrome da Allergia Sistemica al Nichel è una reazione immunologica mediata prevalentemente da cellule T (ipersensibilità di tipo IV), che coinvolge non solo la cute ma tutto l’organismo dopo esposizione sistemica al nichel.
Non è la semplice dermatite da contatto, ma una condizione in cui l’organismo reagisce al nichel assunto con alimenti, acqua o farmaci, o liberato da dispositivi e protesi.
Le linee guida allergologiche la riconoscono quando:
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c’è una dermatite da contatto al nichel già nota (patch test positivo)
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compaiono sintomi sistemici dopo ingestione di alimenti ricchi di nichel
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il quadro migliora con una dieta a basso contenuto di nichel e/o con immunoterapia orale sperimentale (OIT)
Quali sono i sintomi della SNAS?
I sintomi sono variabili, spesso intermittenti e facilmente confusi con altre condizioni (intolleranze, IBS, allergie agli alimenti, orticaria cronica).
Sintomi cutanei
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pomfi e orticaria ricorrente
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prurito diffuso
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eczema peggiorato dopo assunzione di specifici alimenti
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arrossamenti persistenti
Sintomi gastrointestinali
Molto frequenti negli studi sulla SNAS (30–50% dei pazienti).
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gonfiore post-prandiale
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crampi addominali
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diarrea o alvo alternante
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nausea
Sintomi sistemici
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mal di testa/cefalea
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stanchezza marcata
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sensazione di “bruciore” diffuso
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peggioramento della qualità del sonno
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riattivazione di dermatite anche a distanza di ore
Perché l’alimentazione conta così tanto?
Il nichel è uno dei metalli più presenti in natura: terreno, acqua, piante.
Alcuni alimenti ne favoriscono l’accumulo e quindi sono più problematici nei soggetti sensibili.
Studi clinici mostrano che la dieta a basso contenuto di nichel può ridurre i sintomi in 70–80% dei pazienti con SNAS.
Alimenti più ricchi di nichel
(E in genere sconsigliati nelle fasi iniziali)
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legumi (soia, lenticchie, fagioli, ceci)
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cacao e cioccolato
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frutta secca
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semi
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cereali integrali
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pomodori
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spinaci
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alcuni pesci (tonno, salmone in scatola)
Alimenti generalmente meglio tollerati
(variabilità individuale sempre presente)
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carne e pollame freschi
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pesci bianchi freschi
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riso bianco
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latticini
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uova
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verdure a basso contenuto di nichel (lattuga iceberg, zucchine, cetrioli, carote, zucca)
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frutta come mela, pera, pesche (non in scatola)
La dieta deve essere personalizzata, non estremista.
Eliminazioni troppo rigide possono peggiorare il microbiota e amplificare i sintomi.
SNAS e pelle: perché compaiono pomfi anche dopo i pasti?
In chi è sensibilizzato, anche piccole quantità di nichel ingerito possono attivare una cascata immunologica che porta a rilascio di mediatori pro-infiammatori, con:
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pomfi dopo diverse ore
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prurito persistente
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“flare-up” della dermatite di base
Questo spiega perché i sintomi non sono immediati e possono durare anche 24–72 ore.
Come si fa diagnostica seriamente?
La diagnosi è clinica, integrata dai test allergologici.
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Patch test al nichel
Serve a confermare la sensibilizzazione cutanea. Un patch test positivo non basta a diagnosticare SNAS, ma è il punto di partenza. -
Valutazione dei sintomi dopo alimenti ricchi di nichel
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Dieta di esclusione di 4–8 settimane
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Re-challenge controllato (sotto supervisione allergologica)
Reintroduzione graduale per verificare se i sintomi ricompaiono. -
Nuove strategie terapeutiche
Alcuni centri stanno studiando l’immunoterapia orale desensibilizzante al nichel, che ha mostrato miglioramenti in molti pazienti selezionati. È una terapia medica specialistica, non un fai-da-te.
SNAS è per sempre?
No, non necessariamente.
La sensibilità può:
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attenuarsi con dieta modulata
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migliorare con il ripristino del microbiota
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essere controllata evitando grandi fonti alimentari
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ridursi con terapia desensibilizzante nei centri specializzati
La parte più importante è la continuità: evitare continue “esposizioni a piccole dosi” che riattivano l’infiammazione.
SNAS e intestino: la disbiosi può peggiorarla?
Sì.
La letteratura indica una correlazione tra infiammazione di basso grado, iperattivazione immunitaria intestinale e peggioramento della sensibilizzazione ai metalli.
Per questo molti pazienti riferiscono miglioramenti combinando:
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dieta low-nickel
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probiotici specifici
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gestione dello stress
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ritmo intestinale più regolare
Non esistono probiotici “miracolosi”, ma combinazioni di Lactobacillus + Bifidobacterium sono le più studiate.
Come si gestisce davvero la SNAS?
1. Fase di riduzione del nichel alimentare (4–8 settimane)
Non estrema, non assoluta.
Sufficientemente rigorosa per vedere se i sintomi si attenuano.
2. Reintroduzione intelligente
Piccole quantità, uno alla volta, monitorando sintomi.
3. Controllo del contatto cutaneo
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evitare bigiotteria non certificata
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attenzione a cinturini, bottoni, telefoni, monete
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evitare cosmetici con nichel non testato (meglio prodotti “Nickel tested <1 ppm”)
4. Supporto di microbiota e barriera intestinale
5. Valutazione allergologica per eventuale immunoterapia orale
Quando è bene rivolgersi allo specialista?
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sintomi sistemici importanti
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pomfi ricorrenti
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difficoltà digestive persistenti
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dermatite che si riaccende dopo ogni pasto
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sospetto di altre allergie associate
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dubbi su dieta e carenze nutrizionali
La SNAS è reale, complessa e spesso frustrante, ma si può gestire con ottimi risultati.
Servono:
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una diagnosi corretta
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una dieta calibrata sulle REALI necessità
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un approccio non drastico ma scientifico
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la comprensione che non è “solo una dermatite da contatto”
E soprattutto: serve ascoltare il corpo e evitare il fai-da-te estremo che porta più problemi che soluzioni.
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