Il vero significato di “spreco d’acqua”: non è quello che pensi
Pubblicato da Dott.ssa Francesca Zoccai il
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.”
Questa legge, che abbiamo imparato a scuola grazie a Lavoisier, vale anche per l’acqua. Non sparisce mai davvero: evapora, cade come pioggia, scorre nei fiumi, ritorna nei mari. E allora, perché parliamo continuamente di “spreco d’acqua”?
La risposta è che non è la quantità totale di acqua sul pianeta a mancare, ma la sua disponibilità concreta, pulita e accessibile nei luoghi e nei tempi in cui serve agli esseri umani e agli ecosistemi.

L’acqua c’è… ma non per tutti
Guardando la Terra dallo spazio, sembra un pianeta blu. In realtà, la parte di acqua che possiamo usare è piccolissima.
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Il 97% dell’acqua terrestre è salata, contenuta negli oceani.
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Del restante 3%, la maggior parte è bloccata nei ghiacciai o intrappolata in falde sotterranee profonde.
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Quella davvero disponibile in laghi, fiumi e falde superficiali è meno dell’1%.
E questo minuscolo 1% deve soddisfare non solo le necessità di oltre otto miliardi di persone, ma anche quelle dell’agricoltura, dell’industria, della produzione energetica e degli ecosistemi naturali.
Spreco non significa distruzione, ma perdita di utilità
Quando lasciamo scorrere l’acqua del rubinetto o utilizziamo sistemi di irrigazione inefficienti, quell’acqua non viene distrutta. Resta nel ciclo idrologico. Ma spesso torna in una forma o in un luogo che non la rende più immediatamente utilizzabile.
Succede che:
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Si inquini: detergenti, pesticidi, metalli pesanti, microplastiche la rendono inadatta al consumo senza trattamenti complessi e costosi.
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Si disperda geograficamente: un eccesso di utilizzo in una zona può convogliare acqua lontano, ad esempio in mare, rendendola indisponibile dove era necessaria.
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Richieda più energia: per essere di nuovo potabile, deve passare attraverso impianti di depurazione o desalinizzazione.
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Non rispetti i tempi naturali: l’acqua che scende in profondità nelle falde può impiegare decenni o secoli per tornare in superficie, ben oltre i nostri tempi di utilizzo.
In sintesi: non la distruggiamo, ma la rendiamo inutilizzabile, costosa o non disponibile nel momento e nel luogo giusto.
Qualche esempio:
Per rendere più concreto questo concetto, guardiamo qualche esempio quotidiano:
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Un rubinetto lasciato aperto mentre ci laviamo i denti può sprecare fino a 30 litri.
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Una doccia di 10 minuti consuma circa 120 litri.
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Per produrre un paio di jeans servono dai 7.000 ai 10.000 litri di acqua, soprattutto per coltivare e trattare il cotone.
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Un chilo di carne bovina richiede circa 15.000 litri, tra alimentazione del bestiame, acqua per abbeveraggio e gestione degli allevamenti.
Questi dati ci mostrano l’impronta idrica nascosta dietro i nostri gesti quotidiani e le nostre abitudini di consumo.
Il ruolo del cambiamento climatico
Alla scarsità di acqua si aggiunge oggi l’impatto dei cambiamenti climatici. L’aumento delle temperature e la ridistribuzione delle precipitazioni portano a fenomeni estremi: siccità prolungate da un lato, alluvioni dall’altro. Entrambi riducono la disponibilità reale di acqua dolce.
Un terreno arido e secco trattiene meno pioggia. Un’alluvione fa scorrere rapidamente l’acqua nei fiumi fino al mare, senza ricaricare le falde. Così, pur avendo la stessa quantità di acqua a livello globale, la percezione di scarsità diventa sempre più concreta in molte aree del mondo, inclusa l’Europa mediterranea.
Una risorsa rinnovabile, ma fragile
L’acqua è una risorsa rinnovabile, ma non infinita. Secondo l’ONU, entro il 2050 circa 5 miliardi di persone vivranno in aree con scarsità idrica. Non perché l’acqua sarà scomparsa, ma perché sarà più difficile averla pulita, potabile e disponibile dove serve.
Ecco perché parlare di “spreco” non è un errore linguistico. È il modo per ricordarci che non stiamo distruggendo le molecole d’acqua, ma stiamo compromettendo la nostra capacità di utilizzarle.
Sprecare acqua non significa che il pianeta ne avrà meno: significa che noi ne avremo meno a disposizione.
Ogni gesto conta: chiudere un rubinetto, scegliere prodotti con un’impronta idrica minore, sostenere tecnologie di depurazione e sistemi agricoli più efficienti.
Perché l’acqua non si distrugge, ma la sua utilità per noi può andare perduta. E difenderla oggi significa garantire il futuro di domani.

✅ Cosa puoi fare subito?
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Chiudi il rubinetto quando non serve.
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Riduci i tempi sotto la doccia.
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Preferisci capi d’abbigliamento durevoli e prodotti con minore impatto idrico.
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Varia la dieta: meno carne bovina significa meno acqua consumata.
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Sostieni tecniche agricole e prodotti a basso consumo idrico.
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