Scabbia: che cos'è , come si riconosce e cosa fare

Pubblicato da Dott.ssa Francesca Zoccai il

Negli ultimi mesi si sente spesso parlare di scabbia, e non è raro che questo termine venga accompagnato da un certo allarmismo. Ma di cosa si tratta davvero? È una malattia pericolosa? Facciamo chiarezza, con l’obiettivo di informare in modo corretto, senza paure ingiustificate, ma neppure con superficialità.

Cos’è la scabbia

La scabbia è un’infestazione della pelle causata da un parassita, un acaro invisibile a occhio nudo, chiamato Sarcoptes scabiei var. hominis. Questo acaro scava minuscoli cunicoli nello strato superficiale della pelle, dove depone le uova e si nutre, scatenando una reazione infiammatoria.

 

Non è una malattia “sporca” né legata a mancanza di igiene personale: si trasmette con il contatto prolungato pelle a pelle, o più raramente attraverso indumenti, biancheria o letti contaminati.

 

I sintomi: come riconoscerla

Il sintomo principale della scabbia è un prurito intenso, che peggiora tipicamente durante la notte.
A questo si associano lesioni cutanee tipiche:

  • Papule arrossate (piccoli rilievi della pelle)

  • Cunicoli grigi o biancastri, spesso difficili da vedere

  • Escoriazioni dovute al grattamento

  • Possibile sovrainfezione batterica se ci si gratta molto

Le zone più colpite sono:

  • Spazi tra le dita delle mani

  • Polsi

  • Ascelle

  • Addome

  • Glutei

  • Genitali

  • Nei bambini piccoli, può comparire anche su testa, palmi e piante dei piedi.

Va sottolineato che i sintomi compaiono 2-6 settimane dopo il contagio (se è la prima volta), o più rapidamente in caso di reinfestazione.

È davvero così contagiosa?

La scabbia richiede contatti stretti e prolungati per essere trasmessa. Non basta una stretta di mano o condividere un sedile per contagiarsi.

Tuttavia, nei luoghi chiusi e affollati — come scuole, case di riposo o comunità — il rischio aumenta, proprio per la frequenza e la durata dei contatti.

Come si cura

La terapia si basa su farmaci specifici, chiamati scabicidi. I più utilizzati sono:

  • Permetrina in crema al 5%: si applica su tutto il corpo (dal collo in giù) e si lascia agire per almeno 8-12 ore, seguendo attentamente le istruzioni del medico.

  • Ivermectina per bocca: in alcuni casi specifici (soggetti immunodepressi, scabbia crostosa o resistenza alla permetrina), può essere prescritta.

👉 È fondamentale:

  • Trattare tutti i contatti stretti, anche se asintomatici.

  • Lavare biancheria, lenzuola e asciugamani a 60°C o tenerli in sacchetti chiusi per almeno 72 ore per eliminare gli acari.

  • Non interrompere la cura autonomamente: il prurito può persistere per settimane anche dopo la guarigione, perché la pelle impiega tempo per disinfiammarsi.

Quando rivolgersi al medico

Se hai un prurito notturno intenso o noti lesioni sospette, è opportuno consultare il medico o il dermatologo, evitando il fai-da-te. Una diagnosi corretta è indispensabile, anche perché molte altre condizioni dermatologiche possono imitare la scabbia.

Ricorda: 

La scabbia non è un segno di sporcizia né una “vergogna”: è un’infestazione cutanea che può colpire chiunque, e si cura efficacemente con le terapie adeguate.

La corretta informazione e l’approccio tempestivo sono gli strumenti più efficaci per gestirla, senza paura né stigma.

 

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