Vitamina D e reazioni allergiche cutanee: correlazione e studi clinici
Pubblicato da Farmacistartista per FARMACIA SAN DONATO il
Pomfi, orticaria, gonfiore al viso o alle labbra. Quando compaiono questi sintomi, il primo pensiero va spesso a un’allergia o a una reazione da contatto. Tuttavia, la letteratura scientifica suggerisce anche un altro elemento da considerare: la carenza di vitamina D.
Negli ultimi anni, numerosi studi clinici hanno evidenziato una correlazione tra bassi livelli di vitamina D e un'aumentata incidenza o persistenza di manifestazioni allergiche cutanee, in particolare l’orticaria.

La vitamina D come modulatore immunitario
Oltre al suo ruolo nel metabolismo osseo e nella regolazione del calcio, la vitamina D svolge anche una funzione importante nella modulazione della risposta immunitaria.
I suoi recettori (VDR) sono presenti su cellule come mastociti, linfociti T e B, eosinofili. La forma attiva della vitamina D (calcitriolo) è in grado di:
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Ridurre la degranulazione dei mastociti, limitando il rilascio di istamina e altri mediatori dell’infiammazione.
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Stimolare la produzione di IL-10, una citochina ad azione anti-infiammatoria.
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Favorire l’attività delle cellule T regolatorie (Treg), che contribuiscono al mantenimento della tolleranza immunitaria.
I dati clinici
Orticaria cronica nell’adulto
Una meta-analisi pubblicata su Clinical and Experimental Dermatology ha incluso oltre 1.600 pazienti con orticaria cronica, riscontrando che i soggetti con questa condizione avevano una probabilità circa 4,5 volte maggiore di presentare una carenza di vitamina D rispetto ai controlli.
Uno studio osservazionale condotto su 130 pazienti ha mostrato che il 76% dei soggetti con orticaria cronica aveva livelli di vitamina D inferiori a 20 ng/ml, e che questi valori erano inversamente correlati con la gravità clinica della patologia (valutata tramite il punteggio UAS7).
Orticaria acuta in età pediatrica
In uno studio pubblicato su Allergologia et Immunopathologia, bambini con orticaria acuta presentavano valori medi di vitamina D dimezzati rispetto ai controlli sani (13,1 vs 28,2 ng/ml). La durata dell’orticaria risultava più lunga nei bambini con i livelli più bassi.
Supplementazione: evidenze e limiti
Studi di intervento suggeriscono che la supplementazione può ridurre la gravità dei sintomi in pazienti con orticaria cronica.
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In un trial clinico randomizzato, l’assunzione di 4.000 UI/die di vitamina D3 per 12 settimane ha determinato un miglioramento significativo rispetto alla dose di mantenimento standard (600 UI/die), con una riduzione dei sintomi e un miglioramento della qualità della vita.
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Una revisione sistematica pubblicata su Frontiers in Immunology ha confermato l'efficacia della supplementazione ad alto dosaggio in adulti con orticaria cronica, senza riscontri di eventi avversi rilevanti.
Implicazioni pratiche
In presenza di orticaria ricorrente, pomfi inspiegabili o gonfiori persistenti, può essere opportuno valutare i livelli sierici di 25(OH)D attraverso un semplice esame del sangue.
In caso di carenza (valori < 20 ng/ml), l’integrazione può rappresentare un supporto utile alla terapia sintomatica, previa valutazione medica. I dosaggi consigliati, in contesti documentati di carenza, vanno da 2.000 a 4.000 UI/die per un periodo di almeno 8-12 settimane.
La carenza di vitamina D è frequente nella popolazione generale e ancor più nei pazienti con orticaria cronica. Non rappresenta la causa esclusiva delle reazioni allergiche cutanee, ma può influenzarne frequenza, intensità e durata.
La valutazione dei livelli di vitamina D, in pazienti selezionati, può offrire uno strumento aggiuntivo di supporto clinico, da integrare con la gestione terapeutica concordata con il medico curante.
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